venerdì 16 marzo 2012

Sir Anthony: INQUISIZIONE 4

Sir Anthony: INQUISIZIONE 4: Le prime persecuzioni degli eretici Facendo leva, da un lato, sul carattere sovversivo di questi movimenti, e, dall'altro, sulla loro capaci...

INQUISIZIONE 4

Le prime persecuzioni degli eretici
Facendo leva, da un lato, sul carattere sovversivo di questi movimenti, e, dall'altro, sulla loro capacità di distogliere dalla «vera fede», il potere politico e quello religioso, nel 1208, scatenarono una vera e propria crociata. Catari e Valdesi furono perseguitati in tutta Europa, giustiziati in maniera sommaria, ed i loro beni confiscati.

Dopo questa esperienza la Chiesa cattolica capì che il fenomeno dei movimenti ereticali non poteva essere affrontato in maniera sporadica ma richiedeva un approccio di tipo sistematico: fu in questo quadro che prese forma l'idea di una speciale giurisdizione che si occupasse specificamente del problema.

Nascita dell'Inquisizione
Le prime misure inquisitoriali erano state approvate nel 1179 dal Concilio Lateranense III. Fra esse, in particolare, il dettato del canone 27 legittimava la scomunica e l'avvio di crociate contro gli eretici. Il procedimento inquisitorio fu formalizzato nella giurisdizione ecclesiastica da papa Lucio III nel 1184 con il decreto Ad abolendam, che stabilì il principio - sconosciuto al diritto romano - che si potesse formulare un'accusa di eresia contro qualcuno e iniziare un processo a suo carico, anche in assenza di testimoni attendibili. La condanna di ogni devianza - teologica, morale o di costume - dal canone religioso dominante venne poi ribadita nel 1215 dal Concilio Lateranense IV che dava vita all'istituzione di «procedure d'ufficio». Si poteva, cioè, instaurare un processo sulla base di semplici sospetti o delazioni. Non solo: chiunque fosse venuto a conoscenza di una possibile eresia doveva immediatamente denunciare il fatto al più vicino tribunale dell'Inquisizione, altrimenti sarebbe stato considerato corresponsabile.

Il termine "inquisizione", tuttavia, si trova documentato per la prima volta negli atti del Concilio di Tolosa tenutosi in Francia nel 1229.




Per rispondere al dilagare di fenomeni ereticali e all'emorragia di fedeli la Chiesa cattolica rispose in due modi:
• appoggiandosi ai movimenti che pur richiamando a un più autentico cristianesimo non si staccavano da Roma e cioè domenicani e francescani;
• istituendo uno speciale tribunale ecclesiastico che avesse il compito di individuare gli eretici e di ricondurli alla «vera» fede: l'Inquisizione.


Storiografia dell'Inquisizione
Immagine autocelebrativa dell´inquisizione, in cui (con falso storico) si ritrae San Domenico di Guzman come capo dell´Inquisizione spagnola (Dipinto di Pedro Berruguete, 1475)
Nella storia di questo istituto gli storici distinguono tre fasi:



• l'Inquisizione medievale (dal 1179 o 1184 fino alla metà del XIV secolo): di questa inquisizione era responsabile il papa che nominava direttamente gli inquisitori.

• l'Inquisizione spagnola (1478-1820) e l'Inquisizione portoghese (1536-1821): in questo caso gli inquisitori venivano nominati dai rispettivi sovrani.
• l'Inquisizione romana (o Sant'Uffizio): fondata nel 1542 e a tutt'oggi esistente (l'attuale Congregazione per la dottrina della fede) rappresentò, secondo gli storici, una novità dato che durante il Medioevo il papa definiva semplicemente l'indirizzo politico generale e il quadro giuridico di riferimento, mentre adesso a Roma veniva creato un tribunale permanente direttamente presieduto dallo stesso pontefice.


Studi recenti hanno rilevato come alcuni processi che in passato venivano ascritti all'operato dell'Inquisizione tout court (ad es. i processi della cosiddetta caccia alle streghe) furono in realtà celebrati anche da tribunali nati a seguito della riforma di Lutero, tanto che vi è chi parla di una


Inquisizione protestante.


Negli ultimi due decenni alcuni studiosi hanno sostenuto l'esistenza di una Leggenda nera dell'Inquisizione o più semplicemente "Leggenda nera". Essi affermano che l'idea di Inquisizione oggi diffusa nell'immaginario collettivo non trovi riscontro nella documentazione storica e sia stata inventata ad arte dalla stampa protestante a partire dal XVI secolo.


L'Inquisizione medievale


L'Inquisizione medievale ha origine con la nascita stessa dell'inquisizione e, come si è visto, si fa ufficialmente cominciare nel 1179 o 1184.
Nel 1179 il Concilio Lateranense III aveva stabilito il principio che le leggi dei principi e le punizioni corporali in esse previste potevano servire da deterrente nell'opera di riconversione alla fede cattolica. Cinque anni dopo, nel decreto Ad abolendam, papa Lucio III affermava:

«Alle precedenti disposizioni [...] aggiungiamo che ciascun arcivescovo o vescovo, da solo o attraverso un arcidiacono o altre persone oneste e idonee, una o due volte l'anno, ispezioni le parrocchie nelle quali si sospetta che abitino eretici; e lì obblighi tre o più persone di buona fama, o, se sia necessario, tutta la comunità a che, dietro giuramento, indichino al vescovo o all'arcidiacono se conoscano lì degli eretici, o qualcuno che celebri riunioni segrete o si isoli dalla vita, dai costumi o dal modo comune dei fedeli.»


In questi due provvedimenti gli storici (in questo caso concordi) vedono una svolta storica. Se fino a quel momento, infatti, la Chiesa si era limitata a definire quali proposizioni teologiche fossero eretiche e, al massimo, procedere alla scomunica, adesso si faceva carico ai vescovi di ricercare (inquisire appunto) esplicitamente gli eretici e processarli. In secondo luogo, se fino a quel momento la Chiesa era stata fortemente critica nei confronti delle punizioni corporali (la fede doveva essere persuasa non costretta), ora, invece, si auspicava che le legislazioni civili prevedessero pene per gli eretici e addirittura, il canone 27, già citato, chiedeva una vera e propria


Crociata contro i Catari.

Sir Anthony: INQUISIZIONE 3

Sir Anthony: INQUISIZIONE 3

INQUISIZIONE 3

Le città e la borghesia
 
Stanza degli interrogatori
Dopo secoli di sostanziale compattezza, sul finire del XII secolo la Cristianità fu attraversata dai segnali di un profondo cambiamento. L'Alto Medioevo era finito; le città, i grandi centri della vita dell'Impero romano, riprendevano a popolarsi e a divenire snodi fondamentali per l'economia e la visione del mondo (nelle città del Basso Medioevo nacquero infatti le prime Università). I tradizionali centri di potere cominciarono a sentirsi minacciati.

Per centinaia di anni la vita dell'uomo si era svolta nelle campagne e la società si era data una struttura ben precisa costituita da tre ordini ben distinti: sacerdoti, combattenti, lavoratori manuali (oratores, bellatores, laboratores). Adesso, invece, la tradizionale organizzazione del tempo, del lavoro entrava in crisi, il centro della vita si spostava e i rapporti di potere tradizionali erano compromessi da una classe emergente: la borghesia.
Non fu un caso se le prime eresie, contro cui si scateneranno le persecuzioni politico-religiose, furono tutte eresie cittadine.


Valdesi e Catari

 


 
Papa Innocenzo III. Crociata contro gli Albigesi (Catari)
Nel 1173, ad es., Pietro Valdo, un ricco mercante da cui ebbe origine il movimento dei Valdesi aveva cominciato la sua attività di predicatore in un piccolo centro urbano come Lione.

Egli affermava la perfetta uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio e quindi, implicitamente, metteva in crisi sia l'ordine politico (il feudalesimo), sia quello ecclesiastico (nel Basso Medioevo la Chiesa di Roma, in conflitto con l'Impero, si era configurata come una vera e propria monarchia).
La predicazione di Valdo ebbe un successo straordinario. Comunità valdesi nacquero presto in Germania, Spagna, Provenza, Italia.


Anche i Catari ebbero una notevole diffusione. Nati in Francia meridionale si diffusero rapidamente nelle aree limitrofe: Fiandre e Lombardia. Più radicali dei Valdesi, i Catari non credevano nell'incarnazione di Cristo e rifiutavano i sacramenti, alcuni di loro condannavano il matrimonio, la proprietà privata e la guerra (erano pacifisti in una società fortemente militarizzata).

 
Al di là delle differenze sul piano dottrinale, questi movimenti erano accomunati da un identico tentativo di vivere in comunità animate da uno spirito di autentica fratellanza che (come più tardi Lutero) credevano di rintracciare nel Cristianesimo delle origini. Ma, insieme con lo spirito egualitario, anzi inevitabilmente con esso, si ponevano in aperto contrasto con la rigida (e gerarchica) struttura sociale che la società medievale si era data.

INQUISIZIONE 2

La Chiesa primitiva
 
Falcetto: Simbolo della prima forma di stregoneria: Masche che raccoglievano erbe medicinali o per pozioni d'amore nei boschi.
Gli Atti degli apostoli (cap. 15) contengono il racconto di un'assemblea in cui la comunità cristiana primitiva fu chiamata a decidere su una questione di fede: se chiedere ai pagani convertiti la circoncisione.

Pochi anni dopo, nella lettera a Tito, Paolo di Tarso suggeriva:
«Allontana da te, dopo un primo e un secondo ammonimento, chiunque provochi scissioni [cioè sia portatore di eresie]»
Di fronte agli eretici dunque, nessuna violenza: la Chiesa poteva, al massimo, comminare la scomunica. Questa posizione paolina sarà fatta propria dalla Chiesa e reggerà nei successivi dodici secoli.



L'impero cristiano
 
Graffiti dei prigionieri dell'Inquisizione nel palazzo istituzionale di Palermo
Già l'imperatore Costantino era intervenuto negli affari della Chiesa esiliando con un proprio decreto i vescovi dichiarati eretici dal Concilio di Nicea.

Questa situazione ebbe un ulteriore sviluppo nel 380 quando l'imperatore Teodosio, con l'editto di Tessalonica, trasformò l'impero romano in uno stato confessionale, prevedendo pene per chi non professava la religione degli apostoli. Negli anni immediatamente successivi altri editti imperiali aumentarono le pene a carico degli eretici, fino ad arrivare alla pena di morte.
Tuttavia, se l'impero interveniva con proprie leggi punendo il dissenso, la posizione della Chiesa rimaneva quella paolina. Quando, nel 415, il vescovo spagnolo Priscilliano fu processato per eresia e ucciso su ordine dell'imperatore Massimiano, un coro di proteste si levò in tutto l'impero (Ambrogio, Agostino, Giovanni Crisostomo) e Massimiano fu costretto ad abdicare.
 

L'Alto Medioevo
Non risulta che nel corso di questo periodo ci siano state persecuzioni a carattere ideologico. Alcuni storici, prendendo spunto da questo fatto, hanno sostenuto che, in fondo, l'atteggiamento del potere politico nei confronti delle eresie fu sempre uguale, sia durante l'impero romano che nel Medioevo: occuparsene poco o niente fin quando il dissenso ideologico non si trasformava in dissenso politico.

Nei primi dieci secoli dell'era cristiana si era dunque stabilizzata una distinzione dei ruoli fra giurisdizione ecclesiastica (la Chiesa attraverso i suoi vescovi definiva l'ortodossia, giudicava gli eretici e poteva comminare pene di tipo spirituale fino alla scomunica) e giurisdizione civile (che giudicava gli eretici in quanto ritenuti nemici dello Stato e comminava pene corporali, fino alla morte).

Sir Anthony: INQUISIZIONE I

Sir Anthony: INQUISIZIONE I: INQUISIZIONE Non ci si può sottrarre , narrando del periodo medievale, di parlare di un capitolo “oscuro” che ha visto la messa a morte e to...

Sir Anthony: INQUISIZIONE I

Sir Anthony: INQUISIZIONE I

INQUISIZIONE I

INQUISIZIONE
Non ci si può sottrarre , narrando del periodo medievale, di parlare di un capitolo “oscuro” che ha visto la messa a morte e tortura, di moltissime persone in tutta Europa. Parliamo qui dell’Inquisizione, utilizzata dalla Chiesa Cattolica come forma sistematica per la eliminazione fisica dei dissidenti.



Qui vorremmo trattare l’argomento come semplice esposizione dei fatti che siamo riusciti a raccogliere grazie alla testimonianza di studiosi della materia ed a materiali rinvenuti. Va detto che la Santa Inquisizione ebbe forma legale appoggiata anche da Governi locali e che la tortura dei prigionieri, veniva praticata sin dall’antichità ed era ammessa dalla legislazione dell’epoca. Poi va anche rilevato come le fonti sull’argomento siano scarse in proporzione allo sviluppo del fenomeno. Questo dovuto anche al fatto che molti palazzi dell’Inquisizione furono assaltati dalla gente e dati alle fiamme con tutto il loro contenuto di archivi. Il tempo e l’incuria hanno fatto la loro parte e Napoleone stesso, venuto in Italia, portò a Parigi gli Atti del Sant Uffizio Romano.
Ma lo scopo qui non è quello di voler rievocare in un macabro carosello storico su fatti e misfatti di una potente Istituzione, ma quello di far in modo di non dimenticare che, anche oggi, in varie parti del mondo, vivono e prosperano regimi che adottano medesima strategia. Per non dimenticare e far in modo che non vi debbano più essere persone impedite ad esprimere liberamente il proprio pensiero.




INQUISIZIONE

I PARTE

Le premesse dell'Inquisizione
 
La Chiesa, fin dalle origini, si è prefissata l'obiettivo della definizione e della difesa dell'ortodossia, indicando pertanto alla comunità dei fedeli quali posizioni dottrinarie siano ortodosse e quali no, eventualmente allontanando chi continua a sostenere posizioni eterodosse (anche con la scomunica). A un certo punto della storia è subentrata una modalità diversa di difesa della fede, che è quella definita col termine specifico di Inquisizione.

lunedì 28 novembre 2011

IL TEATRO DI TUTTE LESCIENZE E LE ARTI



EVENT0



IL TEATRO DI TUTTE LE SCIENZE E LE ARTI

Raccogliamo libri per coltivare idee in una capitale di età moderna. Torino 1559-1861.



Archivio di Stato di Torino

23 Novembre 2011 – 29 Gennaio 2012

Piazzetta Mollino 1


(con accesso da Piazza Castello 209)

INGRESSO GRATUITO



Lo scenario della mostra spazia dalla riconquista dello Stato da parte di Emanuele Filiberto di Savoia a metà Cinquecento fino all'Unità d'Italia e ai suoi primi sviluppi, seguendo i fili delle diverse culture e il loro incrocio nel succedersi delle epoche.

Anche grazie a raffinati mezzi multimediali, l'esposizione è un viaggio pieno di sorprese in cui i tesori librari “parlano” dei grandi progetti che animarono le classi dirigenti di uno Stato moderno, di piccole dimensioni e di poche risorse, teso a superare le drammatiche sfide con azioni audaci e non di rado con coraggiose riforme.

Sono così resi accessibili ai visitatori i codici miniati, gli incunaboli precocemente acquisiti, gli atlanti geografici quattro-cinquecenteschi, l'abbondanza e la modernità della trattatistica scientifica e militare, fino ai grandi classici dell'antichità utilizzati per la formazione dei futuri sovrani e per alimentare discorsi e corrispondenze pubbliche e private.

La mostra non si sarebbe potuta realizzare senza la generosa scelta della Compagnia di San Paolo di adottarla in toto come propria iniziativa per il 150° dell'Unità d'Italia.



www.archiviodistatotorino.it

martedì 18 ottobre 2011

LA DONNA NEL MEDIOEVO

LA DONNA NEL MEDIOEVO


Donne fiorentine con mantello sec. XIV. Nobili.


Donna difende la sua città XV sec. Guerriera.



Come in ogni epoca, la donna può appartenere a classi differenti e questo comporta inevitabili differenziazioni. Nel complesso, in età medievale, la condizione della donna era però assai diversa da quello che i pregiudizi spesso ci portano a ritenere: molto diffusa è infatti la diceria secondo la quale la donna nel Medioevo fosse addirittura considerata priva di anima.
Anche in questo caso vale la pena di riferirsi ai dati e non alle opinioni. Vale come risposta sottolineare l'importanza della figura della Madonna o di donne divenute poi sante e seguite ed amate dal popolo, come S. Agata, S. Rosa o l'eroina Giovanna d'Arco.
La donna nelle classi elevate

La regina e le sue ancelle XIV sec.


LA DONNA E IL POTERE NEL MEDIOEVO
Ai tempi del feudalesimo la regina era incoronata, se necessario, come se si trattasse di un re: l'uomo e la donna erano, in questo caso, su un piano di parità (inutile dire che questa situazione si modifica già a partire dalla guerra dei Cent'anni per mutare radicalmente dal XVII secolo).
Vediamo infatti che nel Medioevo donne come Eleonora d'Aquitania e Bianca di Castiglia dominarono realmente il loro secolo ed esercitarono un potere incontestato nel loro territorio. Questo poteva dunque verificarsi nel caso in cui il re fosse assente, ammalato o morto.
L'influenza delle figura femminile diminuisce parallelamente alla ascesa, a partire dal Rinascimento, del diritto romano: infatti la prima disposizione che eliminò la donna dalla successione al trono fu presa da Filippo il Bello. Ma già in età classica, quella alla quale si ispira l'età definita rinascimentale, il diritto romano non è favorevole alla donna: è il diritto del "pater familias", del padre proprietario e, a casa sua, gran sacerdote, capo famiglia il cui potere è sacro e illimitato.  Nel Medioevo il padre possedeva un'autorità di gerente, non di proprietario: era tradizione nelle famiglie, nobili o plebee che fossero, che nel caso di unione conclusa senza un'erede diretto, i beni provenienti dal padre andassero alla famiglia paterna, ma anche che quelli della madre tornassero alla famiglia materna.  Inoltre è soltanto a partire dal XVII secolo che la donna comincia  a dover prendere il nome del marito. 

LE DONNE IN  CONVENTO

Donna e religione
Nel XIII secolo i conventi femminili erano sempre stati centri di preghiera, ma al tempo stesso di dottrina religiosa, di cultura; vi si studiava  la sacra scrittura, considerata come base di ogni conoscenza, e poi di tutti gli altri elementi del sapere.

Le religiose erano ragazze colte: d'altronde l'entrare in convento era la via normale per le donne che volevano approfondire le proprie conoscenze al di là del livello corrente. Per questo in età medievale abbiamo i primi esempi di letterate famose e importanti, come Rosvita, la grande autrice di testi teatrali del X secolo, o come Herrada di Landsberg, autrice della più nota enciclopedia del XII secolo.
Inoltre le badesse poste a capo del monastero erano autentici signori feudali e amministravano, anche da un punto di vista economico, vasti territori  che includevano anche villaggi o parrocchie, come vere e proprie 'manager'. Nessuno si scandalizzava se anche il vicino convento maschile era sottoposto ad una badessa (come accadde a Fontenvrault nel XII secolo), dimostrando che le parole di S. Paolo ("non c'è più né uomo né donna") erano veramente vissute.

LA DONNA NELLA SOCIETA' CIVILE


Ma le contadine, le cittadine, le madri di famiglia, erano così valutate come le nobili o le monache?

Non c'erano poeti che dedicassero loro poesie d'amore né venivano valorizzate da particolari carriere come nella vita monastica. Tuttavia da documenti del tempo è sorprendente notare che è proprio nel Medioevo che per la prima volta le donne possono votare (nelle assemblee cittadine o in quelle dei comuni rurali). Questo diritto è stato faticosamente riconquistato solo intorno alla metà del secolo scorso!
 


DONNA E LAVORO NEL MEDIOEVO

Da atti notarili veniamo a sapere che le donne agiscono per conto proprio, acquistano e gestiscono negozi, pagano le imposte, svolgono mestieri che solo oggi riteniamo adeguati anche ad una donna: nel Medioevo troviamo maestre, farmaciste, donne medico, miniaturiste, rilegatrici di codici, tingitrici, gessaiole, ecc.
 

LA DONNA E LA SCIENZA NELMEDIOEVO
 

mercoledì 28 settembre 2011

IL TORNEO - Il grande spettacolo del medioevo

IL TORNEO
Il grande spettacolo del medioevo

Miniatura francese del XIV secolo rappresentante Lancelot du Lac.
Non vi è forse evento che richiami alla mente le atmosfere medievali più del torneo, immaginato da noi contemporanei come un violento scontro tra nobili cavalieri, condotto in una cornice sfarzosa, con blasoni e stemmi colorati, magari al solo scopo di ricevere un premio dalle mani di una bella principessa…
Questa immagine, per quanto stereotipata e un poco favolistica, corrisponde in effetti largamente al vero. Il torneo, tuttavia, non fu solo questo ma, come vedremo, subì profonde evoluzioni e assunse forme diverse, alcune delle quali sono ancora oggi in uso.

I primi tornei
Manoscritto tedesco del XVI sec. H.Wilhelm des Vierten von Bayern 1510-1545 Turnier Buch W.


Molti manoscritti, splendidamente miniati, ci presentano dettagliati resoconti dei tipici tornei medievali. Le origini stesse del torneo sono tuttavia immerse nell'oscurità. Le fonti iniziano a citare tornei a partire dall'XI secolo, riferendosi a essi come "hastiludia", letteralmente giochi di lancia. Dal momento che proprio nell'XI secolo iniziò a diffondersi un nuovo modo di combattere, con la lancia saldamente impugnata dal cavaliere che la serrava sotto l'ascella destra, possiamo dedurre che lo sviluppo di tali hastiludia fosse stato connesso a pratiche addestrative richieste dal nuovo modo di combattere. Lo svolgimento dei primi tornei assomigliava effettivamente alla guerra reale: opposte schiere di cavalieri si battevano in giganteschi spazi aperti fuori dalle città, armati di tutto punto. L'unica differenza rispetto alla guerra vera era che lo scopo principale non era quello di uccidere il nemico ma di prenderlo prigioniero, intascando notevoli somme per la sua liberazione. Quei primi tornei non avevano quindi un carattere di spettacolo, ma prevalevano le esigenze addestrative vere e proprie. A essi prendevano parte cavalieri provenienti dall'intera Cristianità ("vénants", coloro che accettavano la sfida), richiamati dalle sfide lanciate dai "ténants", gli organizzatori. Ben presto, la violenza di tali tornei incorse nelle proibizioni della Chiesa che, a partire dal 1130, scomunicò i partecipanti e ne proibì la sepoltura cristiana. Ma questo non arrestò il successo del torneo, sempre più diffuso.

Il Torneo tradizionale

Cavaliere in torneo dal Codex Manesse

Con l'andare del tempo i rituali del torneo furono sempre più codificati e i partecipanti furono vincolati al rispetto di regole e norme scritte. Nel XIII secolo furono distinti due tipi di tornei: uno che prevedeva l'uso di armi da guerra ("à outrance"), l'altro da condursi con armi appositamente concepite per non uccidere (o almeno per limitare i rischi), come lance con la punta sostituita da una coroncina di ferro, spade senza punta, mazze di legno (queste armi erano dette "à plaisance"). Il torneo si spostò dalle campagne alle città; furono allestiti spazi appositi, con palchi e tribune per il pubblico: il torneo si era ormai affermato come una nuova forma di spettacolo. Anche la Chiesa ne dovette prendere atto e nel 1281 ritirò scomuniche e proibizioni.
La giostra

Manoscritto tedesco del XVI sec. H.Wilhelm des Vierten von Bayern 1510-1545 Turnier Buch W.
Ma se il torneo era ormai divenuto uno spettacolo, protagonisti assoluti rimanevano i nobili cavalieri che in esso esibivano le proprie virtù. Il torneo vero e proprio, con schiere di cavalieri che si affrontavano in furibonde mischie, fu affiancato da un tipo diverso di scontro, condotto da cavalieri che combattevano singolarmente uno contro l'altro. Si trattava della giostra, la forma di torneo che nel tempo riscosse il maggiore successo.
La giostra
Attorno alla giostra nacquero quei complessi apparati cerimoniali di cui si faceva cenno all'inizio e che caratterizzano ai nostri occhi il torneo medievale. Gli ideali di amore cortese trovarono nelle giostre una manifestazione ideale: i nobili cavalieri si battevano in nome della "servitù d'amore" e per compiacere le dame. Per simboleggiare questi ideali, i cavalieri facevano il loro ingresso nel luogo della giostra con il polso vincolato a una catena d'oro, tenuta da una dama.
Le norme che codificavano la giostra si fecero sempre più strette e dettagliate. L'introduzione, all'inizio del XV secolo, di una barriera che teneva separati i due contendenti, costringendoli a percorrere due corsie parallele, rappresentò il culmine dell'evoluzione della giostra: i due cavalieri si lanciavano uno contro l'altro tentando di disarcionarsi con un colpo di lancia. I colpi all'elmo erano proibiti e le lance erano costruite in modo da spezzarsi all'impatto, per diminuire i rischi di penetrazione. In queste forme le giostre vissero, tra XV e XVI secolo la loro epoca d'oro e divennero l'occasione per sovrani e signori che le organizzavano di esibire la propria potenza e ricchezza.


Chiarine
 
A partire dalla seconda metà del XVI secolo il torneo e la giostra si svuotarono progressivamente dei significati originari, mantenendo solo quelli più coreografici, come la sfilata dei partecipanti che presto divenne un vero e proprio corteo in costume. Si inventarono nuovi momenti, come le esibizioni equestri, che lasciarono sempre meno spazio alla giostra: era nato il carosello, una forma di spettacolo tipica del mondo post-medievale e che ancora oggi viene praticata (si pensi alle fasi iniziali del palio di Siena e di manifestazioni similari, o anche alle parate militari).
Un'altra eredità dell'antico torneo medievale è costituita dalle manifestazioni che ancora oggi si tengono in tante cittadine italiane: palii, giostre, quintane, etc. L'origine di molte di tali manifestazioni era quella di organizzare delle grandi "esercitazioni" per la cittadinanza: la finalità era infatti quella di addestrare il popolo allo scontro, in modo da poter disporre di milizie costituite da cittadini.
Il Salone della cavalcata al Museo Stibbert di Firenze
L'origine militare è evidente in giochi come quelli, ad esempio, che richiedono la divisione della città in quartieri o cantoni, i quali devono battersi per il controllo di un ponte oppure per impedire il passaggio agli avversari. La quintana è invece un tipico esercizio da giostra, sopravvissuto sino ai giorni nostri: il cavaliere deve infilare con la propria lancia anelli sempre più piccoli, allenandosi in questo modo a centrare l'avversario al momento dello scontro tra le corsie.
Certamente, questa finalità della quintana oggi appare inutile, ma lo spirito dei partecipanti e del pubblico che assiste è ancora quello delle antiche giostre. O, almeno, ci piace credere che sia così.

martedì 6 settembre 2011

Sir Anthony: LA DIFESA DEI CASTELLI

Sir Anthony: LA DIFESA DEI CASTELLI: I CASTELLI La difesa Il principio base della difesa del castello consisteva nel massimizzare l'esposizione e il pericolo per gli attaccanti...

mercoledì 24 agosto 2011

Sir Anthony: L'ASSEDIO DEI CASTELLI

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lunedì 22 agosto 2011

Sir Anthony: I CASTELLI

Sir Anthony: I CASTELLI: Fortificazioni e terrapieni sono sempre stati utilizzati come metodo di difesa a partire dall'età della pietra, ma i primi castelli veri e ...

giovedì 7 luglio 2011

Sir Anthony: L’EDUCAZIONE DI UN CAVALIERE

Sir Anthony: L’EDUCAZIONE DI UN CAVALIERE: "L’EDUCAZIONE DI UN CAVALIERE Già da bambino, verso i sei-sette anni, se nasceva di buona Casata, si riceveva un'educazione andando press..."

mercoledì 6 luglio 2011

Sir Anthony: LA GENESI

Sir Anthony: LA GENESI: "DALLA COMPAGNIA DEL LEONE AD ARMIS ET LEO LA GENESI (tratto dalla bibbia Maciejovsky Pargi 1205-1240) Sono il Cavalier Anthony George..."

martedì 5 luglio 2011

Sir Anthony: LA CAVALLERIA E IL WEB: Introduzione

Sir Anthony: LA CAVALLERIA E IL WEB: Introduzione: " LA CAVALLERIA E IL WEB Introduzione (Bibbia Maciejovsky – Parigi 1270c.) Parlare della Cavalleria oggi, nell'epoca dell'informati..."